Il 22 ottobre 2018, dieci anni fa, Google, T-Mobile e HTC hanno unito le forze per annunciare il T-Mobile G1, il primo telefono al mondo con sistema operativo Android. Commercializzato a livello intenzionale con il nome HTC Dream, utilizzava il sistema operativo Android (v1.0, e successivamente aggiornato fino ad Android 1.6 Donut) ed era dotato di schermo touch screen da 3.2 pollici con risoluzione HVGA (320×480 pixel).
La fotocamera era da 3.2 megapixel e aveva la messa a fuoco automatica come pure una connessione bluetooth e una memoria interna di circa 200 MB espandibile con microSD fino a 8 GB. Poiché Google fu il principale sviluppatore di Android, al suo interno erano presenti come applicazioni preinstallate Gmail, Calendar, YouTube, Google Maps, Google Talk e altre. L’Android Market era anch’esso preinstallato, ma il supporto dell’app era a dir poco limitato. Google ricevette infatti il supporto per le app a pagamento all’inizio del 2009.
All’evento di annuncio, il responsabile Android, Andy Rubin ha sottolineato che Android era diverso (in riferimento al primo iPhone, nato un anno prima) perché aveva un’apertura integrata. Era così aperto che la versione iniziale veniva fornita con i permessi di root abilitati: era possibile riavviare il telefono digitando “riavvio”.
Con Android 1.0, era possibile personalizzare la schermata iniziale con widget, icone e sfondi. L’iPhone del 2008 non aveva ancora il multitasking, ma il G1 poteva lasciare le applicazioni in esecuzione in background. Il web non era molto ottimizzato per i telefoni touchscreen al momento, ed era frustrante toccare piccoli collegamenti testuali con l’iPhone. La soluzione del G1 era un trackball, che sarebbe stato la colonna portante dei dispositivi Android per gli anni a venire.
Sono passati 10 anni e di strada ne è stata fatta tantissima, basti pensare che il primo smartphone Android aveva una tastiera fisica e non aveva nemmeno il jack per le cuffie. Ora abbiamo fotocamere con intelligenza artificiale, display super definiti e curvi, lettori di impronte a schermo.
Tanti Auguri Androd, ti auguriamo che gli anni a venire siano sempre pieni di innovazioni tecnologiche.
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Con Android 1.0, era possibile personalizzare la schermata iniziale con widget, icone e sfondi. L’iPhone del 2008 non aveva ancora il multitasking, ma il G1 poteva lasciare le applicazioni in esecuzione in background. Il web non era molto ottimizzato per i telefoni touchscreen al momento, ed era frustrante toccare piccoli collegamenti testuali con l’iPhone. La soluzione del G1 era un trackball, che sarebbe stato la colonna portante dei dispositivi Android per gli anni a venire.
Sono passati 10 anni e di strada ne è stata fatta tantissima, basti pensare che il primo smartphone Android aveva una tastiera fisica e non aveva nemmeno il jack per le cuffie. Ora abbiamo fotocamere con intelligenza artificiale, display super definiti e curvi, lettori di impronte a schermo.
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