Con Windows 10 Cloud Microsoft Corporation intende ricreare le condizioni di utilizzo dei sistemi Chrome OS, decisamente adatti al funzionamento sui dispositivi entry-level. In tal senso l’obiettivo della software house è fondamentalmente quello di creare una versione Light dell’ultimo OS. Ma c’è chi non è d’accordo.
Tim Sweeney, co-founder di Epic Games, esprime a chiare lettere il proprio punto di vista in merito alla questione in una serie di tweet decisamente fuori luogo in cui si equipara Windows 10 Cloud ad un complesso ransomware che rischia di far collassare l’intero sistema. Non vi sono ancora prove che facciano pensare ad un’implementazione definitiva del prodotto, visto e considerato che Microsoft non ha ancora ufficializzato la cosa ma, ad ogni modo, Sweeney non ha fatto mistero delle proprie riserve dicendo che:
Tim Sweeney, co-founder di Epic Games, esprime a chiare lettere il proprio punto di vista in merito alla questione in una serie di tweet decisamente fuori luogo in cui si equipara Windows 10 Cloud ad un complesso ransomware che rischia di far collassare l’intero sistema. Non vi sono ancora prove che facciano pensare ad un’implementazione definitiva del prodotto, visto e considerato che Microsoft non ha ancora ufficializzato la cosa ma, ad ogni modo, Sweeney non ha fatto mistero delle proprie riserve dicendo che:
Microsoft chiederà un riscatto anche su Unreal Engine, Unity, Photoshop, 3D Studio e Maya. Volete comprare software da qualcuno che non è Microsoft? Vi faranno pagare per avere quel privilegio. Disgustoso e illegale!Ed ancora:
Windows 10 Cloud è un ransomware, blocca il software che hai precedentemente acquistato e ti costringe a pagare per sbloccarlo aggiornando a Windows 10 Pro. Bloccati Firefox, Chrome, Google Search, OpenGL, Vulcan, OpenVR, Oculus VR. Tutti bloccatiI toni utilizzati sono decisamente alti ma non vi è alcuna base solida per credere che il sistema possa realmente costituire una minaccia, ancor più per il fatto che la versione Light non si indirizza – così come ipotizzato dall’informatico statunitense – ad un pubblico di gamer di fascia alta, ma piuttosto ad un mercato di fascia economica.
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